Ambiti territoriali e la scarsa attenzione dell’Amministrazione scolastica provinciale

Con l’ormai prossima uscita dell’annuale ordinanza per la presentazione delle domande di trasferimento, l’Ufficio scolastico Regionale del Veneto, dopo le ripetute richieste di parte Sindacale, ha recentemente reso pubblico il proprio decreto per la definizione della ripartizione della rete scolastica regionale in ambiti territoriali provinciali, secondo quanto introdotto dalla Legge 107/2015.

Come non bastassero i già pesanti effetti delle discutibili “innovazioni” introdotte dalla Legge e l’atteggiamento di mancato ascolto delle categoria da parte di Governo e Ministero, dobbiamo registrare ancora una nuova negativa pagina per la Scuola veronese.

Se infatti la distanza siderale che divide Ministero e personale degli Istituti é in parte comprensibile ma non accettabile data la distanza fisica che oggettivamente li separa, più preoccupante risulta lo scollamento tra la rete scolastica territoriale e l’Amministrazione scolastica provinciale, la quale meglio dovrebbe conoscere la realtà periferica ed essere più attenta al personale in servizio sul territorio.

Prova di ciò nei fatti ne é la definizione degli ambiti territoriali, squisitamente unilaterale,  avanzata dall’Ufficio scolastico di Verona e approvata a livello regionale dopo i pareri di ANCI, UPI e Regione Veneto.  Ciò che ne risulta é una provincia suddivisa in 4 grandi zone dove che si estendono:

-da Verona città al lago di Garda – AMBITO 1 VERONA NORD

-da Verona città alla Lessinia e al Sambonifacese AMBITO 2 VERONA NORD EST

-da Verona città al Villafranchese e sino a Valeggio AMBITO 3 VERONA OVEST

-da Isola della Scala a Cerea e a Legnago AMBITO 4 VERONA SUD

Una proposta che restituisce una immagine della provincia di Verona simile alla “Svizzera” e suddivisa in 4 “cantoni” di cui uno sbilenco(quello Verona Sud) in quanto privo di alcuna pertinenza sulla città di Verona; proprio un vero peccato che nel tracciare la nuova suddivisione territoriale di Verona e provincia, non abbiano ritenuto opportuno anche equiparare in termini di considerazione  e di cospicue retribuzioni, il personale docente e ATA che lavora nel veronese ai colleghi d’oltralpe. Anzi sul personale si andranno purtroppo a scaricare a rinnovo contrattuale e stipendi bloccati, i nuovi e maggiori costi derivanti da una più ampia mobilità sul territorio.

CISL SCUOLA Verona pur avendo chiesto congiuntamente alle altre organizzazioni sindacali provinciali apposita informativa in materia di ambiti territoriali che é stata completamente negata dall’Ufficio Scolastico Provinciale, ritiene opportuno precisare che non ha in alcun modo condiviso le scelte operate dall’Amministrazione scolastica decentrata.

Evidenzia ancora una volta il positivo risultato ottenuto con la sottoscrizione dell’ipotesi del C.C.N.I. sulla Mobilità che ha limitato, diversamente da quanto prescritto per l’utilizzo degli ambiti al solo personale neo assunto delle fasi B e C,  rispetto ai quali ribadisce il proprio impegno a definire criteri oggettivi di assegnazione dei docenti titolari su ambito alle scuole attraverso l’apposita sequenza contrattuale prevista.

Richiama l’Amministrazione scolastica Provinciale alle proprie responsabilità rispetto alle scelte operate e ad una maggiore attenzione al personale, invitandola a fornire al personale docente neoassunto spiegazioni plausibili e sostenibili, soprattutto laddove il movimento tra diversi Istituti della città di VERONA nell’ordine talvolta di centinaia di metri, implica in futuro la collocazione in diverso ambito territoriale con un possibile esito del movimento richiesto a decine e decine di chilometri di distanza fuori dalla Città.

 

allegati:

–suddivisione territoriale per ambiti

–tabella Istituti ripartiti per ambito